16ª Edizione - 2022

Premio Leonetti

"UN IMPEGNO PER NAPOLI"

a personalità che abbiano contribuito alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale di Napoli

conferito per l'originale impegno critico, teorico e di divulgazione dell'arte contemporanea e per aver creato il "Museo Obbligatorio della Metropolitana di Napoli patrimonio della città celebrato nel mondo, ad

Achille Bonito Oliva

premioleonetti

Biografia

ACHILLE BONITO OLIVA

Caggiano, 1939

É uno dei più importanti critici d’arte e curatori del XX e XXI secolo. Nel 1961 si laurea in Giurisprudenza all’Università Federico II di Napoli, dedicandosi successivamente a studi artistici, filosofici e storici. Nell’ambito della sua formazione come poeta visivo – coeva alle ricerche di Gruppo 63 e Operativo 64 – pubblica i libri Made in Mater (1967), Fiction Poems (1968), 5 Mappe del 1965 (1971). Nel 1966 cura la sua prima mostra, una doppia personale dedicata a Pino Pascali e Renato Mambor (Libreria-Galleria Guida, Napoli), e nel 1968 è tra i giovani critici che partecipano agli incontri dell’Assemblea che accompagna la mostra Arte povera più Azioni povere agli Antichi Arsenali di Amalfi. Dal 1969 al 1971 è Vice Direttore dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, nonché Assistente ordinario (1971) e Professore ordinario (1976) di Storia dell’Arte Medievale e Moderna presso l’Università degli Studi di Salerno. Nel 1968 si trasferisce a Roma, dove collabora con l’Università La Sapienza, diventandovi nel 1982 Professore associato di Istituzioni di Storia dell’Arte alla Facoltà di Architettura e insegnandovi, dal 1984, Storia dell’Arte Contemporanea.

Nel 1970 è segretario generale della sua prima grande mostra tematica, Amore mio (Palazzo Ricci, Montepulciano) e cura Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960-70 (Palazzo delle Esposizioni, Roma), progetto che segna l’avvio della sua collaborazione con gli Incontri Internazionali d’Arte. Nel 1971 cura la partecipazione italiana alla VII Biennale de Paris (di cui nel 1985 co-curerà anche la XIII edizione) e Pérsona (BITEF Belgrade International Theater Festival, Belgrado). Nel 1973 cura la mostra La delicata scacchiera, Marcel Duchamp 1902- 1968 e la Sezione Arte della mostra Contemporanea (Parcheggio di Villa Borghese, Roma), da lui ideata nel complesso delle sue nove sezioni. Nel 1978 coordina la sezione Sei stazioni per artenatura. La natura dell’arte alla Biennale di Venezia, per la quale nel 1980 co-cura le mostre L’arte degli anni settanta e (con Harald Szeemann) Aperto ‘80. L’anno prima, sulla rivista “Flash Art”, aveva pubblicato l’articolo La Trans-Avanguardia italiana, teorizzando il movimento quale superamento delle posizioni ideologiche e delle matrici concettuali del decennio precedente, riportando così al centro, dopo il “noi” comunitario, il soggetto individuale e aprendosi a una pratica di nomadismo e meticciato che travalica le contrapposizioni stesse di avanguardia-tradizione, invenzione-citazione, astratto-figurativo, globale-locale. Sempre nel 1979 cura al Palazzo di Città di Acireale la mostra Opere fatte ad arte, la prima presentazione pubblica del gruppo di artisti riuniti sotto la definizione di Transavanguardia – Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria, Mimmo Paladino – presenti anche alla mostra Le Stanze (Castello Colonna, Genazzano, 1979-80), in un confronto dal vivo con le ricerche dell’Arte Povera, che si allarga al contesto europeo e nordamericano nel 1982 con la mostra Avanguardia Transavanguardia 1968/77 (Mura Aureliane, Roma).

Ormai divenuto non solo interprete di quel “ritorno al disegno, alla pittura e alla scultura” che caratterizzerà il decennio, ma un vero e proprio personaggio pubblico, nel 1990, con il patrocinio della XLIV Biennale di Venezia, cura Ubi Fluxus ibi motus 1990-1962 (Ex-Granai della Repubblica, Venezia) e nel 1993 è nominato Direttore Arti Visive della XLV Biennale di Venezia, intitolata Punti cardinali dell’arte, a testimonianza di un metodo transnazionale e multidisciplinare che si diffonde su molteplici sedi con una curatela plurale. Nel 1995 si avviano a Napoli le commissioni a sua cura delle Stazioni dell’arte, nel 1996 è responsabile per l’Europa occidentale alla XXIII Biennale di São Paulo, nel 1998 è Presidente di Dak’Art 1998 e nel 2001 cura la I Biennale di Valencia. Tra le altre mostre collettive da lui curate, negli stessi anni, Minimalia. Da Giacomo Balla a... (Palazzo Querini Dubois, Venezia, 1997/Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1998; ripresentata nel 1990-2000 al PS1 Contemporary Art Center, New York), Le Tribù dell’Arte (Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma, 2001) e Eurasia. Dissolvenze geografiche dell’arte (MART-Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, 2008). Nel 2001 aveva curato inoltre Transavanguardia italiana (Shanghai Art Museum, Shanghai), a cui sono seguite La Transavanguardia italiana (Fundación Proa, Buenos Aires, 2003; Museo de Arte Contemporáneo, Santiago del Cile, 2003; Museo de Arte Moderno, Città del Messico, 2003-04) e La transavanguardia italiana (Palazzo Reale, Milano, 2011-12). Nel 2003 è stato inoltre fra gli autori del catalogo, a cura di Ida Gianelli, che accompagnava la mostra Transavanguardia al Castello di Rivoli. Molteplici le mostre personali a sua cura fra cui, nel 2010, Gino De Dominicis. L’immortale, mostra inaugurale del MAXXI- Museo delle Arti del XXI secolo di Roma. Parallelamente all’attività espositiva i volumi e i saggi critici di cui è autore si definiscono – a partire da Il territorio magico. Comportamenti alternativi dell’arte, pubblicato nel 1971 – come un’ininterrotta sequenza di pubblicazioni che, nel loro complesso, configurano una visione enciclopedica e un’indagine multidisciplinare e transgenerazionale del sapere, non solo contemporaneo. Fra essi: Critica in atto, 1972; Arte e sistema dell’arte. Opera, pubblico, critica, mercato, 1975; L’ideologia del traditore. Arte, maniera, manierismo, 1976; Le avanguardie diverse. Europa/America, 1976; Vita di Marcel Duchamp, 1976 (a cui seguirà nel 1978 Mercante del segno. Scritti di Marcel Duchamp); Autocritico automobile. Attraverso le avanguardie, 1977; Passo dello strabismo. Sulle arti, 1978; Arcimboldo (con Roland Barthes), 1978; Paolo Mussat Sartor. 1968-1978. Arte e artisti in Italia, 1979; Labirinto, 1979; Autonomia e creatività della critica, 1980; La Transavanguardia italiana, 1980 (a cui seguirà nel 1982 La Transavanguardia internazionale); Il sogno dell’arte. Tra avanguardia e transavanguardia, 1981; Manuale di volo. Dal mito greco all’arte moderna, dalle avanguardie storiche alla transavanguardia, 1982; Critica ad Arte. Panorama della Post-Critica, 1983; Dialoghi d’artista. Incontri con l’arte contemporanea 1970-1984, 1984; Minori Maniere. Dal Cinquecento alla Transavanguardia, 1985; Progetto Dolce. Nuove forme dell’arte italiana, 1986; Antipatia. L’arte contemporanea, 1987; Superarte, 1988; Il tallone di Achille. Sull’arte contemporanea, 1988; Artae, 1991; Conversation Pieces, 1993; L’arte e le sue voci. L’arte è un “dimenticare a memoria”, 1996; Oggetti di turno. Dall’arte alla critica, 1997; Gratis. A bordo dell’arte, 2000; Estetiche della globalizzazione, 2001; I fuochi dello sguardo. Musei che reclamano attenzione, 2004; Lezione di boxe. Dieci round sull’arte contemporanea, 2004; ABO. La Repubblica delle Arti, 2005. È autore inoltre dei volumi enciclopedici L’arte fino al 2000 (1991) e L’arte oltre il 2000 (2002), mentre nel 2008 cura l’Enciclopedia della parola. Dialoghi d’artista 1968-2008 e, nel 2011, si avvia la pubblicazione a sua cura dell’Enciclopedia delle arti contemporanee.

Tra le trasmissioni televisive ideate e condotte da Bonito Oliva Autoritratto dell’arte contemporanea (RAI 3, 1992- 96), lo speciale Totòmodo, l’arte spiegata anche ai bambini (RAI 3, 1995), A B. O Collaudi d’arte (RAI 1, 2000-01), A.B.O.RDO DELL’ ARTE e Il giorno della creazione (Cult Network/Sky, 2004-05), Fuori quadro (RAI 3, 2014-15). Tra le riviste a cui ha collaborato “Alfabeta2”, “Casabella”, “Domus”, “Flash Art”, “Corriere della Sera”, “Il Giornale dell’Arte”, “Il Giorno”, “La Repubblica”, “L’Espresso”, “Modo”.

Bonito Oliva stesso è stato creatore di premi e riconoscimenti, mentre fra quelli ricevuti si segnalano il conferimento del titolo di Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres della Repubblica Francese (1992), la Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte (2004) e quello di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2010).

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