6ª Edizione - 1997

Premio Leonetti

"UN IMPEGNO PER NAPOLI"

a personalità che abbiano contribuito alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale di Napoli

conferito per i suoi studi e la continua attenzione all'arte napoletana e alla città, a

Renato Ruggiero

Biografia

RENATO RUGGIERO

Napoli 1930 - Milano 2013

È stato un diplomatico e politico italiano, direttore generale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio.

Laureatosi in Giurisprudenza all'Università di Napoli nel 1953, intraprende la carriera diplomatica nel 1955, ed è inviato presso il consolato italiano a San Paolo, in Brasile. Nel 1959 è assegnato all'ambasciata italiana a Mosca e, nel 1962, all'ambasciata italiana a Washington. Nel 1964 rientra in Italia per ricoprire l'incarico di capo-segreteria della Direzione generale per gli Affari Politici del Ministero degli Affari Esteri.

Carriera diplomatica
Nel 1969, va a Bruxelles alla rappresentanza italiana permanente presso la Comunità Europea. Nel luglio 1970 è capo di gabinetto del presidente della Commissione Europea Franco Maria Malfatti e partecipa ai negoziati che portano all'ingresso nella CEE di Gran Bretagna, Danimarca e Irlanda. Dal 1973 al 1977 ottiene l'incarico alla Direzione generale per la Politica regionale della Commissione Europea. Nel 1977 diviene portavoce di Roy Jenkins, nuovo presidente della Commissione europea, che assiste nei negoziati per il lancio del sistema monetario europeo. Nel 1980 ritorna a Roma ed è consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio Giulio Andreotti e Capo di Gabinetto di due Ministri degli Affari Esteri (Forlani e Malfatti). È tra I negoziatori dell'entrata dell'Italia nel sistema monetario europeo.

Nel 1980 ritorna a Roma ed è consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio Giulio Andreotti e Capo di Gabinetto di due Ministri degli Affari Esteri (Forlani e Malfatti). È tra I negoziatori dell'entrata dell'Italia nel sistema monetario europeo. Nel 1980 Ruggiero è nuovamente inviato a Bruxelles in qualità di ambasciatore, come rappresentante permanente dell'Italia presso la Comunità Europea. Nel 1984 rientra in Italia, come direttore generale per gli Affari Economici della Farnesina e per due anni è stato Segretario Generale del Ministero degli Esteri, la più alta carica della diplomazia italiana.

Carriera politica
Nel 1987 Ruggiero entra in politica ed è nominato ministro del Commercio con l'Estero nel Governo Goria, in quota PSI. Viene confermato al medesimo Ministero nei successivi governi De Mita e Andreotti, fino al 1991. Tra il 1991 e il 1995 è responsabile delle relazioni internazionali della FIAT. Nel 1995 è eletto direttore generale del WTO, con sede a Ginevra, carica che riveste fino al 1999; in tale ruolo promuove la liberalizzazione su scala mondiale delle telecomunicazioni, delle tecnologie informatiche e dei servizi finanziari. Poi nominato presidente dell'ENI e vicepresidente internazionale e presidente per l'Italia di Schroder Salomon Smith Barney. Nel 2001 Ruggiero è chiamato da Silvio Berlusconi a ricoprire la carica di Ministro degli Esteri, ma dopo soli sei mesi rassegna le dimissioni per incompatibilità politica. Negli anni successivi ha lavorato nel sistema bancario in Svizzera e in Italia, mentre tra il 2006 e il 2008, ricopre l'incarico di consigliere per la Costituzione Europea del Presidente del Consiglio Romano Prodi.

Rassegna Stampa

TOMMASO LEONETTI: UN SOGNO CONCRETO

di Enzo Golino

Ho accettato un compito assai arduo, quello di ricordare la figura e l'opera di Tommaso Leonetti, Conte di Santo Janni, in occasione della sesta edizione del premio che porta il suo nome, assegnato quest'anno all'ambasciatore Renato Ruggiero, direttore generale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio.

Ho accettato di impulso questo invito della famiglia Leonetti, fiero e onorato di contribuire, sia pure con poche parole, a una cerimonia che tra le sue caratteristiche annovera un affettuosa, elegante, delicata semplicità.

Ho accettato, infine, con gratitudine verso chi mi ha rivolto l'invito, perché sono un napoletano emigrato, e almeno stavolta, in uno dei troppo rari ritorni a Napoli, i miei conti sentimentali con la città sono tutti in positivo. E’ un merito - sto parlando per fatto personale - che ascrivo al Premio Tommaso Leonetti: un impegno per Napoli, specchio fedele di una realtà nella quale i napoletani migliori - non solo da oggi - si riconoscono Vocazione Europea, sguardo aperto sul mondo, interesse per la modernità, esercizio della ragione, lotta per uno sviluppo all'insegna del progresso, condanna ai populismi d'accatto. Credo che l'Ambasciatore Ruggiero, napoletano, potrebbe consentire...

Basta scorrere le tappe principali delle attività di Tommaso Leonetti, punteggiate da onorificenze nazionali e internazionali, per avere un'idea di quali energie promanassero da una mente fervida, da un’operosità che spaziava (in campo pubblico e privato) dall'agricoltura al commercio, dall'economia al turismo, dall'artigianato all'industria, dalle banche all'ippica, dallo sport al editoria, sempre attenta a farsi carico di associazioni enti e manifestazioni che gli affidavano le proprie sorti, nella convinzione di avere scelto la persona giusta. Si aggiunga a tutto questo l’appassionata inclinazione per le arti che lo spinse ad accettare incarichi istituzionali nell'ambito del teatro di prosa, della musica lirica, dei concorsi di pittura. E forse gli si potrebbe attribuire anche un ruolo di precursore dell'ecologia quando, nel 1952, accettò di far parte della Commissione Provinciale per le bellezze naturali della provincia di Caserta.

Ma un profilo sia pure approssimativo di Tommaso Leonetti non deve ignorare due aspetti della sua personalità che si possono considerare complementari: da una parte il mecenatismo e la solidarietà, dall'altra la militanza politica. Per il primo aspetto vorrei ricordare tra i tanti incarichi, il lavoro nella riorganizzazione di alcune strutture sanitarie e le energie profuse in qualità di Soprintendente del Pio Monte della Misericordia di Napoli, dalla sistemazione del bilancio all'apertura di una straordinaria pinacoteca. Egualmente encomiabile, visti i risultati raggiunti, fu l'attenzione di Tommaso Leonetti per i poveri e gli anziani. Quanto al secondo aspetto, la militanza politica, resta agli atti la sua alacrità parlamentare (dal 1948 al 1953) dopo che fu eletto deputato nelle liste democristiane per la circoscrizione Napoli-Caserta con una votazione plebiscitaria. Politica come servizio civile dunque, nel solco della tradizione familiare paterna e materna.

Altri hanno detto, nel corso degli anni, delle delusioni che Tommaso Leonetti subì nell'esperienza politica. O, almeno, dalle degenerazioni di ciò che lui intendeva per politica nel senso più alto della parola. Vorrei solo dire, a conclusione di questo intervento, che la sua troppo breve esistenza ha dimostrato, dentro e fuori le aule di Montecitorio, che la politica è immaginazione e intelligenza: lui non si è mai piegato a considerare l'immaginazione e l'intelligenza come fatti politici ma con esse ha costruito il motore di una progettualità inesauribile che aveva Napoli come suo obiettivo privilegiato ma andava oltre i confini della città e della regione in vista di quel mezzogiorno d'Europa che ancora stenta a realizzarsi pienamente.

Uomo totale e multiforme, dotato di un carisma che traspariva anche dai tratti somatici, un entusiasta che sapeva alternare serietà e dolcezza, arguzie sarcasmi nel suo modo di esprimersi, Tommaso Leonetti è un pilastro della memoria collettiva di questa città. La sua opera, qui appena delineata, è una testimonianza sulla quale dovrebbero meditare soprattutto i napoletani delle nuove generazioni che si accingono ad affrontare, alle soglie del millennio che viene, un futuro denso di incognite e di promesse. La lezione di Tommaso Leonetti, ancora oggi vitale, è stata davvero un sogno concreto. Anche per questo, Tommaso Leonetti merita il nostro applauso. Grazie.